giovedì 18 agosto 2016

ORIGINE DI SALETTO




ORIGINE DI SALETTO 

Saletto, nel periodo romano faceva parte della colonia di Camposampiero, densamente popolata. Non pare che sia stato un villaggio romano, data la scarsità dei reperti archeologici trovati. Si può supporre però che gravitasse attorno al vicino centro di Limena, di origine romana imperiale, tenuto conto che a quei tempi i due paesi non erano divisi dal Brenta. Con l'invasione longobarda del 569 e il nuovo (attuale) corso del Brenta (589 c.), la storia dei due paesi si separerà. Limena passa sotto il ducato di Vicenza e si deve forse datare a questo periodo, VII-VIII secolo, l'erezione di una cappella dedicata ai SS. Felice e Fortunato, patroni della chiesa vicentina. 
Saletto invece passa sotto il ducato di Treviso e nella zona si insedia una arimannia longobarda che ha lasciato ricordo di sé nei documenti, nella toponomastica e nei titolari della parrocchiale. Un documento del 1163 dice: «Federico I imperatore, prende sotto la sua protezione i beni del monastero di S. Zenone di Verona, tra cui la corte di Vigodarzere e il castrum col distretto e gli uomini liberi detti dal volgo Arimanni ». Il castrum era una specie di accampamento o stazione militare (in termine moderno si direbbe caserma), dove i militari avevano domicilio. Era posto in luoghi sicuri, importanti strategicamente ed era di solito ben difeso. Poiché i longobardi emigrarono in massa con le loro famiglie e le loro cose, queste stazioni militari vennero ad essere dei veri e propri borghi o borgate a scopo di abitazione e di difesa. Il toponimo Saletto sembra derivare, molto probabilmente, da sala longobarda (era il centro economico-amministrativo dei loro insediamenti). Anche il toponimo Busiago (da «Buschi· liago », zona boscosa), indica presumibilmente la parte di terra della corte, incolta e riservata a prati e boschi. Da notare infine che i toponimi hanno molta importanza nella ricerca storica, perché difficilmente il popolo li cambia ed hanno di solito origini remote. Di importanza capitale anche un altro particolare: il compatrono della parrocchiale, assieme a S. Silvestro papa, è S. Giorgio, santo tipicamente longobardo. Anzi in suo onore pare sia stata eretta anche una chiesa o un oratorio, e un'altra anche a S. Silvestro papa, quest'ultima vicino al Brenta, via commerciale e di comunicazione della massima importanza, specie nel Medioevo, periodo quasi privo di strade. La fusione delle due chiese, in quella di S. Silvestro papa di Saletto, dovrebbe essere avvenuta dopo il 1137, anno in cui (si tratta di un atto notarile) si attesta che Ermiza e altre persone della famiglia Camposampiero, donano all'abbazia dei benedettini di SS. Eufemia e Pietro (situata presso Abbazia Pisani), cento e sessantotto massarizie, di cui due poste nel paese chiamato Saletto vicino al Brenta, allora ancora situato nel comitato Trevisano. Le massarizie, poderi rurali dai dieci ai trenta campi l'una, erano lavorate, dice il documento, da un certo Gisberto e Martino. Nel Codice Diplomatico, Saletto ricompare altre due volte. Nel 1127 Milone di Giovanni Ponga di Fontaniva fa il testamento e lascia alla figlia dieci massarizie, di cui una posta a Saletto. Nel 1142 un atto notarile riporta la donazione ai canonici di Padova fatta da un certo Bivulvo, Giordana e Toprando - di vari beni, tra cui un manso situato a Saletto e retto da Domenico Balbo.

Fonte: WEB



1 commento:

  1. mi piace questo riassunto sintetico ma comprensibile e verificabile per chi volesse




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