Un’invasione…
Questa estate è stata una vera e propria invasione, non si può negare, ogni albero di Vigodarzere porta i segni di questo insetto fastidioso: il bruco americano.
Meglio saperne un po’ di più. Questo lepidottero (fam. Arctiidae) è una specie di origine nord-americana (Stati Uniti, Canada), è stata introdotta in Europa nel 1940 e in Italia tra il 1975 e il 1977. Partendo dalla Val Padana, si è diffusa rapidamente in tutta l'Italia settentrionale e centrale, attraverso i mezzi di trasporto, causando gravi danni alle latifoglie presenti nelle aree verdi urbane, lungo le strade e le linee ferroviarie.
Adulto: farfalla bianca candida o punteggiata di nero (forma tipica). Apertura alare 25-30 mm; antenne filiformi nelle femmine e pettinate nei maschi;
Uova: di colore verde pallido, vengono deposte riunite in placche incollate per lo più sulla pagina inferiore delle foglie;
Larva: di colore bruno-giallastro con il capo nero e la regione dorsale grigia, ricoperta da lunghi peli bianchi e neri. Alla maturità raggiunge la lunghezza di 30-35 mm;
Crisalide: marrone lucente, presenta la parte terminale (cremaster) provvista di spine, con apice appiattito. Si forma all'interno di un bozzolo di radi fili sericei.
Le larve neonate dapprima erodono una delle superfici fogliari e poi, una volta cresciute, mangiano l'intera foglia della quale restano solo le nervature principali. Possono attaccare circa 200 specie, con netta prevalenza per le latifoglie arboree ed arbustive.
Tra quelle che vengono impiegate nelle alberature stradali e nei parchi si ricordano: gelso, aceri, platani, tigli, olmi, ippocastani, frassini, pioppi, salici etc. (mai le conifere). Fra le piante d'interesse agrario si segnalano diversi fruttiferi: melo, pero, noce, susino, vite.
I nemici naturali sono rappresentati da predatori, parassitoidi e microrganismi patogeni. Recenti studi mettono in evidenza come questi fattori giochino un ruolo importante nel limitare le infestazioni del fitofago. Tra i predatori, sono stati osservati diverse specie di ragni ed insetti come la crisopa, la forbicina e le vespe. Anche gli uccelli possono svolgere un'efficace azione di contenimento. Tra i microrganismi patogeni isolati, particolarmente attivi sulle crisalidi svernanti, risultano i funghi entomopatogeni.
Fonte: www.giardinaggio.it
Uno dei metodi utilizzati naturale per distruggere questo parassita è tagliare e bruciare i nidi sericei biancastri non appena le larve hanno iniziato la loro attività trofica. Questa operazione va eseguita a partire dalla metà maggio, per le larve della prima generazione, e ripetuta a metà agosto, per quelle della seconda generazione.
Credo che questo intervento deve essere eseguito su tutti gli alberi, sia quelli di proprietà di privati che quelli lungo le strade comunali e provinciali, senza scordarsi delle aree verdi del territorio, in quanto l’invasione l’anno a seguire sarà il doppio o il triplo, di quanto visto in quest’estate, e le nostre piccole e/o grandi culture andrebbero rovinate in gran parte.
Non scordiamoci che questi bruchi, per via di quei peletti che ricoprono il loro corpo, sono molto urticanti, provocano un prurito intenso e l’irritazione della pelle, causando inoltre dei danni al sistema respiratorio e agli occhi.
Per noi adulti coscienti di ciò forse il problema non si pone, ma per i bambini, qualunque sia l’età, sono una vera e propria attrazione.
Aghi Gloria
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