lunedì 2 maggio 2016

Articolo: Celebrazione del 1 Maggio 2016 a Vigodarzere




Celebrazione del 1° Maggio.

Una festività per alcuni aspetti rovinata dal mal tempo: pioggia, vento e freddo. La cerimonia in Piazza Bachelet per deporre il cuscino d’alloro si è svolta molto velocemente e sono state spese poche parole.

Fortunatamente la visita alla Certosa non è stata cancellata e, nonostante il tempo avverso, molte persone sono intervenute, quindi è stato possibile scoprirla grazie a un gran “cicerone”, che ne ha narrato la storia nei minimi dettagli; peccato che un bene di così estimabile valore sia lasciato all’abbandono e non si trovi una soluzione per darle risalto.

Storia: Nel 1509, durante la guerra con la Lega di Cambray, la Repubblica Veneta ordinò, per necessità militari, la “spianata” di tutti gli edifici posti all’esterno delle nuove mura di Padova, per costruirne i bastioni a protezione; venne così demolita la prima Certosa di Padova. I certosini erano giunti a Padova grazie al volere del vescovo Pietro Donato che nel 1445 aveva lasciato in testamento per loro (unico ordine religioso ancora mancante in città) una grossa somma di denaro e alcuni terreni presso Vigodarzere, che furono scelti per edificare una seconda Certosa. La decisione venne presa nel capitolo generale dell’ordine certosino nel 1510, ma la prima pietra non venne posta che nel 1534.
Naturalmente il lascito economico del vescovo era quasi esaurito e perciò tutte le Certose appartenute alla provincia “Tusciae” (Ferrara, Bologna, Venezia, Pisa, Lucca, Siena e Firenze) contribuirono per affrontare le enormi spese autotassandosi. I lavori furono diretti dall’architetto Andrea Moroni. I monaci entrarono nel nuovo monastero nel 1554, anche se i lavori non erano ancora ultimati. I monaci facevano una vita divisa in due tempi: quella eremita e quella comunitaria; tutta la settimana chiusi nelle loro cella, detta “grotta eremita”, a pregare e riflettere, mentre la domenica uscivano per il refettorio e una passeggiata di contemplazione nel chiostro. Le mansioni erano svolte dai padri conversi, i quali non venivano mai a contatto con i padri certosini.
La chiesa della Certosa venne consacrata nel 1560. In quello stesso anno morì il Moroni e l’incarico fu affidato ad Andrea Da Valle. Nel 1623 si ha notizia che il cenobio era completo e funzionante.
Celebrato negli scritti di letterati ed artisti, lo splendido complesso fu attribuito, erroneamente, per molti anni all’architetto Andrea Palladio.
Nel 1768 un decreto della Repubblica Veneta ordinò la soppressione di tutte le comunità religiose aventi meno di 12 componenti. La piccola comunità certosina di Vigodarzere dovette quindi abbandonare il monastero, cedendo la proprietà alla Repubblica Veneta, e si rifugiò in parte nella Certosa di Venezia e in quella di Treviso, entrambe scomparse.
Nel 1770 venne acquistata dai Maruzzi che pensarono di abbatterla, dato le innumerevoli spese per il mantenimento della proprietà, ma fortunatamente venne acquisita dai Baroni De Zigno, che la adibirono a casa estiva, apportando alcune modifiche che richiamavano le caratteristiche dei castelli e trasformando la cella del priore in Salone della Musica, e a filanda, utilizzando le acque del Brenta.
La contessa Mary Maguire, di origini irlandesi, disegnò il giardino romantico, del quale rimangono ancora oggi le grandiose magnolie.
Verso la metà dell’Ottocento il complesso subì ulteriori modifiche ed alcune demolizioni, che non impediscono di riconoscere ancora oggi l’impianto monastico originale.
Non scordiamo che il monastero ha sopportato anche il passaggio di due guerre: è stato adibito a caserma di retrovia nella Prima Guerra Mondiale e nella seconda come ricovero per gli sfollati. Per eredità passa di proprietà ai Conti Passi.

Si ringrazia: il Comune di Vigodarzere, l’Associazione Nazionale fra lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, la Protezione Civile e l’Associazione Uniti per L’Ambiente

Aghi Gloria

Foto: 


































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