lunedì 10 aprile 2017

Articolo: Incontro Informativo su Controllo del Vicinato





Incontro Informativo su Controllo del Vicinato


Il giorno 3 Aprile 2017, presso la Sala F. Fellini a Saletto di Vigodarzere, si è svolto l'incontro informativo sul progetto il Controllo del Vicinato. Intervenuti in molti.

Ospiti: Antonella Chiavalin, Responsabile Regionale, e Irene Gola, Referente Regionale.
Monica Spinello, Presidente del Consiglio di Frazione di Saletto, apre l'incontro con una piccola premessa, spiegando che il controllo del vicinato è un'associazione nazionale e ha una sede anche a Vienna. Informa i presenti, intervenuti numerosi, che il progetto è già partito a: Vigonza, Cadoneghe, Albignasego, Montegrotto e prossimamente anche Cittadella.

La parola a Antonella Chiavalin.

L'associazione del Controllo del Vicinato non ha alcuna appartenenza politica, è svolta da volontari e l'obiettivo comune è la prevenzione; non si fanno ronde per non mettere a rischio l'inculumita dei cittadini e la repressione sul territorio è esercitata esclusivamente dalle Forze dell'Ordine.
Il controllo del vicinato è di vecchia data, parte dagli Stati Uniti d'America negli anni '60 e '70, si diffonde in Gran Bretagna negli anni '80 ed infine anche in Europa, in Italia nel 2008 con la formazione dei primi gruppi.

Il Controllo del Vicinato è un sistema di sicurezza partecipata fra cittadini attenti e sensibili, che durante la loro quotidianità giornaliera visionano con maggior attenzione la propria area abitativa, in questo caso si intende la via, il quartiere, il comune, la città di appartenenza.
Far comunità significa non lasciar spazio a chi ha voglia di delinquere nel territorio che conosciamo e viviamo, con un sistema buono e pacifico. L'aggregazione ci rende più forti e meno vulnerabili, uscire dall'isolamento creato nel tempo, per i più svariati motivi, portandici a volte all'indifferenza su piccole cose e di cosa accade accanto a noi, pensando che l'importante sia solo la propria tutela; ecco cosa serve ricostruire la comunità, rifare la comunità. Il controllo del vicinato è una filosofia di vita, un modo che ad oggi si è andato man mano perdendo, ma che era inserito e naturale per le generazioni passate.
Chi ha intenzione di delinquere ci controlla, fanno il furto e scappano, il più delle volte perchè agevolati dalla mancanza di vita nel territorio, collaborazione e un controllo buono e pacifico del luogo in cui viviamo. Bisogna essere equilibrati come persone perchè non tutto ciò che vediamo può destare pericolo, si deve conoscere di più la nostra zona e la nostra comunità. Porre attenzione, non per farsi gli affari degli altri ed essere invadenti, ma per aiutarci a vicenda, conoscendo un minimo delle abitudini per individuare una criticità.
Gli esempi riportati:
- Si sente un allarme, quanti di noi sollevano la tapparella per vedere se è tutto apposto.
- So che lui è a lavoro, vedo un movimento, una luce che di norma non c'è, mi viene l'idea di dire c'è qualcosa che non va.
- Succede qualcosa lungo il percorso di casa, quanti di noi vanno a dare un aiuto.
L'indifferenza totale non deve far parte delle nostre vite; le leggi sono un pò come sono e la persona singola ha paura di esporsi, anche per l'iter che ci può essere, ma è diverso quando una comunità si rivolge alle forze dell'ordine per segnalare qualcosa che non va o una situazione.
Il controllo del vicinato in se è fatto di gruppi.
Gruppi che possono essere formati da persone di una stessa via. Ci si organizza sotto l'Associazione Nazionale "Controllo del Vicinato", scambiandosi il numero di telefono, creando una chat per chi usa lo smartphone, un sms per chi usa il telefonino di una volta o il numero di casa per chi usa solo il telefono fisso. All'interno di ogni gruppo vengono fatte solo segnalazioni di qualità, andando così a scremare ciò che potrebbe verificarsi come un ipotetico epsiodio di furto o delinquenza e andiamo a riferire dettagliatamente di ciò che vediamo alle forze dell'ordine, attraverso il coordinatore del gruppo.
Ovviamente se si è in presenza di fragranza di reato si chiamano subito i numeri apposti.
Comunque all'interno di questi gruppi mettiano qualsiasi cosa che ci faccia vivere male, ciò con lo scopo di fare prevenzione. Con semplice cose e attenzione si deve far capire alle persone che vogliono delinquere che il terriotrio è vivo, la comunità è viva, perchè il gruppo fa la forza.
Nella statistica nazionale, esempio, Albignasego ha un 40% di furti in meno.
Il controllo del vicinato è segnalato con un apposito simbolo, dove l'Amministrazione acconsenta e lo sostiene, che individua una zona attiva, legata dal senso di comunità; ciò per far capire che le persone non sono omertose, ma ben presenti e se qualcosa non va lo si urla assieme a gran voce.
Un punto importante è di creare un'avvicinanza con le forze dell'ordine; denunciare è un segnale forte contro il malessere che ci circonda.
Molti sindaci hanno confermato che dove vi è il controllo del vicinato i furti sono diminuiti; questo è ciò che si vuole, far giustizia senza ricorrere alla violenza, giocando sulla prevenzione, facendoci vedere forti e uniti, il gruppo infastidisce chi delinque.
Il controllo del vicinato è un sistema per ritessere il tessuto sociale, che è andando sfaldandosi perchè ognuno pensa a se stesso.
Ci sono già 600 gruppi, 6000 persone. Antonella Chiavolin è in 48 chat perchè bisogna dare sempre un'inizio.
Questo sistema aiuta soprattutto le fasce più deboli e solitarie, come ad esempio le persone anziane.
Dove si trova la segnaletica del controllo di vicinato vi sono persone che hanno sposato la filosofia di comunità civile e di educazione civica, ci si sente più tranquilli e sicuri.
L'unico costo che si chiede per aderire a questa iniziativa è di non aver paura, la segnalazione viene fatta dal coordinatore con la forza del gruppo; si stipula un tacito accordo con le forze dell'ordine.
Il controllo del vicinato non è legato solo al furto in se stesso, va alla ricerca delle criticità comportamentali, dove c'è omertà del singolo. Ecco perchè la segnalazione non è eseguita per interferire nella vita di tutti, ma per proteggere le persone che sono buone.
Il cambiamento è possibile c'è stato.
Alcuni esempi: non diffidate sempre del vicino, non lasciare fuori atrezzi da hobbistica o giardinaggio, perchè ciò che a noi ci rende sereni nell'animo a chi delinque servono bene per lo scasso, le luci a sensore che in caso può essere utile, i libretti delle macchine non lasciateli in auto o in garage, ultimamente rompono il finestrino rubano il libretto e risalgono dall'indirizzo per svaligiare casa. Piccoli accorgimenti per fare prevenzione.
Si deve ricreare la comunità e la comunicazione al suo interno, un piccolo passo per cambiare la società.
Il sistema del controllo del vicinato è presente e funzionante a Belluno, Treviso e Venezia, manca Padova e Rovigo lo sta avviando.

Prende la parola la coordinatrice di Santa Maria di Sala, Paola, informando i presenti che il controllo del vicinato da loro è sorto nel marzo del 2016, ora sono attivi 9 gruppi di controllo.
Riporta la sua esperienza, considerandola eccezionale ed è in modo per riavvicinarsi alle persone.

La parola a Irene Gola. Comunica che Lucca è stata la prima città ad avere stipulato un protocollo di intesa con la Prefettura.
L'obiettivo finale è di arrivare al modello olandese, in quanto la centale operativa della polizia, quando riceve la segnalazione di un evento delittuoso, è lei stessa a girare la segnalazione agli altri gruppi. Il governo olandese nel 2009 ha esteso a tutto il territorio nazionale il controllo del vicinato.
In Europa esiste un coordinamento europeo del controllo del vicinato, che comprende 19 paesi e ha la sua sede a Vienna.
In Italia è già presente in 12 regioni, l'associazione si è costituita nel 2013 con sede a Saronno.

Riprende la parola Antonella Chiavalin nell'informare che l'iscrizione non costa nulla, basta compilare un modulo per l'adesione da consegnare a Monica Spinello, creando una geomappatura, per divisione zone, formazione gruppi e creazione chat.
Tutto quello che è dentro la chat non dev'essere divulgata, naturalmente ci sarà un secondo incontro tecnico per definire al meglio l'uso della chat.
Se l'obbiettivo finale è arrivare al modello Olandese, quello di iniziare è il primo passo.

Piccolo intervento di Monica Spinello.
Piccolo salto al passato, di come i nonni si premunivano del vicino se sintiva il cane abbaiare. Si deve ricreare quella collettività attraverso il gruppo, ritrovando la forza.

Riprende Antonella Chiavalin nel dire che il gruppo è la forza, mettere paura a chi delinque quando la comunità si sveglia. Tutti i gruppi sono monitorati, all'interno le persone devo essere equilibrate, rispettare il regolamento e il codice etico, non ci dev'essere fanastismo o una caccia alle streghe.
Sottolinea che l'interagire con il prefetto è cosa utile, in quanto permette alle forze dell'ordine di intervenire alle riunioni, che di solito si svolgono una volta al mese, ciò non è facile, ma se i gruppi partono e le amministrazioni partecipano, facendo regolare domanda in prefettura per regolarizzare e ufficializzare la cosa, come fatto a Milano. Ribadisce che questo è possibile solo se si lavora assieme.


Servono capacità psicofisiche?
Assolutamente no, ognuno ha i suoi limiti, ma ha anche i suoi punti di forza e son questi punti di forza a dare una mano alla collettività.

Andrea Facco
Gloria Aghi


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