LE INVASIONI BARBARICHE E IL FEUDALESIMO (sec. V-XII)
Le invasioni barbariche, che dal V secolo d.C. devastarono l'Italia, furono particolarmente dannose per Padova e il suo territorio. I coloni fuggirono dall'agro romano. I pochi rimasti furono trattati da schiavi, le loro case incendiate e saccheggiate e il fertile territorio rimase incolto, divenendo così dominio di boschi e di paludi. Soprattutto per l'invasione longobarda del 568-569, Padova ebbe molto a soffrire. Ben difesa dai Bizantini, in un primo tempo, non poté essere presa, ma il suo territorio fu smembrato, per cui il ducato longobardo di Vicenza giunse fino a Limena e quello di Treviso fino a Vigodarzere, sia per la giurisdizione civile che per quella ecclesiastica. Il nuovo corso del Brenta, segnò la linea di divisione di quei due grandi ducati, a nord era territorio trevisano mentre a sud vicentino.
La capitolazione di Padova avvenne poco dopo, nel 602, ad opera di Agilulfo, re dei Longobardi. La città fu incendiata, il vescovo cercò rifugio nel litorale veneziano a Malamocco, e il territorio padovano conquistato fu amministrato direttamente dal re, per mezzo della judiciaria di Monselice: Padova quasi più non esisteva. Provvidenziale la sconfitta dei longobardi ad opera di Carlo Magno nel 774: il vescovo ritorna dall'esilio, Padova risorge e, nella seconda metà del secolo X, diventa sede di un comitato, secondo il nuovo ordinamento politico-amministrativo di Carlo Magno e dei suoi successori che trasformano i ducati longobardi in comitati, retti da conti o in marche, rette da marchesL Ciò segna anche l'inizio del regime feudale. È in questo periodo, che va dalla morte di Carlo Magno all'avvento di Enrico IV (814-1056), pieno di lotte civili, di invasioni barbariche (Ungheri 898-900), di contrasti tra gli ultimi Carolingi e i Cesari germanici, attraverso l'anarchia feudale del cosiddetto regno italico indipendente, che si afferma e si consolida la potenza politica ed economica del Vescovado di Padova. I vescovi feudatari ottengono dai sovrani prima Piove di Sacco (897), poi la Valle di Solagna (917) e in epoca non precisata, pare già con Carlo Magno, S. Giorgio delle Pertiche e territori vicini. Queste concessioni furono possibili perché sembra che questi territori fossero proprietà della corona. Pare anche che lo fossero già con i longobardi, in quanto sedi di arimanie qui dislocate o per difendere passi alpini o zone di confine. I documenti del periodo, continuano a porre Vigodarzere sotto il contado di Treviso ancora nel 1139 e Limena sotto quello vicentino nel 1087. Era una indicazione, secondo il Gloria, di pura consuetudine che fu smessa a poco a poco e cessò nel sec. XIII, quando il comune di Padova divenne sovrano di tutti i villaggi del territorio padovano. Anche la professione della legge era varia: romana, longobarda, salica, e fu smessa con il sorgere dei comuni.
Fonte: Web
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