ORIGINE LONGOBARDA DI VIGODARZERE
Vigodarzere nel periodo romano faceva parte della colonia di Camposampiero, densamente popolata. Con l'invasione longobarda, passa sotto il ducato di Treviso, e si deve a questo periodo le prime notizie della sua esistenza. I Longobardi, scesi in Italia nel 568-69 con Alboino, nella loro marcia seguirono un tracciato ben definito, dislocando nei punti strategici gruppi gentilizi (fare) per formare le cosiddette arimannie di difesa. Da noi prima occuparono i valichi pedemontani del bassanese, poi si insediarono nei punti dove già i romani avevano costruito dei castellieri di difesa. Non potendo conquistare Padova, ben difesa dai bizantini, arroccati a Torre, al di là del Brenta, si insediarono a Vigodarzere, costituendovi una arimannia.
L'insediamento longobardo diventa il centro economico-amministrativo della zona. Lasciò ricordo di sé, oltre che nel documento citato, nell'origine del nome e nel titolo liturgico della arcipretale, S. Martino di Tours. Il toponimo si prestò a più interpretazioni, dati parecchi significati del termine latino agger da cui deriva: argine di fiume, terrapieno, riparo, fortificazione. Giudicando che l'uso di argini artificiali fosse ignorato e non praticato prima della fine del XII secolo, si potrebbe collegare il toponimo Arzere al terrapieno stradale dell' Aurelia o di via di Val Medoacì; su questo vi sono molti dubbi, per il fatto che dove correvano vie romane sopraelevate rimasero reliquie dell'argine e toponimi frequenti a ricordarlo, ciò che non si verifica in questo caso. Inoltre questo ipotetico argine stradale, non provato, appare anche inutile, dato l'antico corso del Brenta. Data la colonizzazione romana della zona , non è improbabile che il nome arzere derivi dal terrapieno (vallum agger) di un precedente castelliere romano. Questi cominciarono a essere costruiti dalla fine del II secolo in poi, per diffendere le città e le campagne dalle invasioni barbariche e perché fossero di rifugio, contro gli invasori, delle inermi popolazioni rurali. È appunto in queste località, di solito importanti centri demografici e strategici, che i longobardi si insedieranno. È probabile anche che i longobardi lo abbiano potenziato, contro i bizantini arroccati al di là del Brenta. L'ipotesi dell'origine romana del nome arzere sarebbe confermata anche dal suffisso vicus (villaggio), proprio dei tempi romani e non dei medioevali, per cui questo titolo si è tramandato ai villaggi perché lo avevano nei tempi romani, e non fu dato ad essi ex novo nel medioevo. Inoltre nei tempi romani, un paese se allora esisteva, aveva lo stesso nome che nel medioevo ed è sorto nello stesso posto, perché nei villaggi non mutavano facilmente i loro nomi. Che già nel periodo romano, qui esistesse un villaggio chiamato Vicus aggeris da cui derivò Vico de Arzere donde Vigodarzere, è una ipotesi allettante e non del tutto da scartare. Se scartiamo l'ipotesi dell'origine romana, dobbiamo scendere a quella longobarda, data l'importanza di questo periodo in tutta la zona e collegare l'origine del toponimo alle lotte tra longobardi e bizantini lungo le rive del Brenta, con l'erezione o di robusti argini di emergenza a scopo nello stesso tempo difensivo e offensivo sia dalle acque che dal nemico o di piazzeforti elevate dal terreno su motte di terra (aggeres - arzere). Inoltre, poiché mancavano ponti sul nuovo alveo del Brenta, è da pensare che dal VII al X sec. il fiume venisse traghettato nei punti, dove più facile fosse il taglio della corrente: presso i traghetti sorsero centri abitati. Tale si ritiene sia il caso di AItichiero e di Vigodarzere, le cui parrocchiali, S. Eufemia e S. Martino, restano perfettamente allineate tra loro.
Fonte: web
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